ITINERARI DEL SALENTO: OTRANTO

Otranto affonda le proprie origini in tempi molto remoti.
Città più orientale d’Italia, è stata frequentata sin dalla preistoria ed è stata per secoli il collegamento con l’Oriente. Il suo porto ha accolto i primi Greci che fuggivano dalla madre patria, gli eserciti bizantini che difendevano quella che consideravano terra loro, i monaci orientali che fuggivano alle persecuzioni e i turchi che la volevano invadere.
Dal suo porto partirono le legioni romane per l’oriente ed i crociati alla conquista di Gerusalemme; gli scambi commerciali tra Occidente ed Oriente non poterono non transitare dal porto di Otranto.

Nell’Agosto del 1480 la città subì un attacco che cambiò la sua storia; l’esercito ottomano, con un centinaio di navi, la circonda per mare e per terra, intima la resa e al rifiuto di arrendersi da parte degli abitanti asserragliati dentro le mura, sferra l’attacco. Nel giro di un paio di settimane i turchi espugnarono il borgo e la mettono a ferro e fuoco. Ottocento otrantini, che rinuncino a convertirsi all’Islam, vennero decapitati sul Colle della Minerva, dove oggi sorge la chiesa di San Francesco di Paola.

Chi arriva ad Otranto si aspetta una città magica, e sicuramente non ne resta deluso, resterà a bocca aperta di fronte alle imponenti mura, ai poderosi bastioni ed al Castello.
Entrando in centro dalla Porta Alfonsina, situata vicino alla “villa comunale” (i giardini pubblici) nella parte bassa della città, seguendo una stradina in leggera salita, si giunge nel giro di pochi minuti alla cattedrale romanica, dedicata all’Assunta, costruita intorno al 1080, ma con interventi in tempi successivi, di cui evidenti il portale ed il rosone barocco ed un ingresso laterale rinascimentale; tuttavia è l’interno a destare ancora più stupore, con il meraviglioso mosaico pavimentale, realizzato tra il 1163 ed il 1165, che rappresenta l’Albero della Vita. Sul lato destro del presbiterio si trova la Cappella dei Martiri, di forma ottagonale, le cui pareti sono coperte da teche contenenti crani, tibie ed ossa degli ottocento martiri e, sotto l’altare, si trova la grossa pietra sulla quale furono decapitati.

Dalla navata destra si scende nella Cripta, molto suggestiva, con volte a crociera e 42 colonne di marmo di diverso colore, che dividono l’ambiente in cinque navate.
Sulla piazza della Cattedrale si affacciano la Torre dell’Orologio ed il Museo Diocesano, ospitato in un palazzo cinquecentesco. Dando le spalle alla Cattedrale, proseguendo sulla sinistra, una strada strettissima conduce al Castello circondato da un profondo ed ampio fossato, con tre torrioni cilindrici ed uno a punta di lancia molto affilata.
Spostandosi dal Castello e percorrendo un breve tratto tra stradine tortuose, si arriva alla Chiesetta di San Pietro, un gioiello dell’architettura e dell’arte bizantina in Italia: costruita tra il IX ed il X secolo, ha forma di croce greca inscritta in un quadrato, con lati simili tra loro, volte a botte e con affreschi di vari periodi, in gran parte ancora visibili. Tutto il resto del borgo è pura magia; girando tra le sue stradine si rimane incantati ad ogni angolo, ad ogni scorcio, ed anche i numerosi locali presenti sui bastioni o sul lungomare, adatti a tutte le età ed a tutti i gusti, sono perfettamente integrati nella bellezza della città.

Se si va ad Otranto, non si può non fare una visita al Faro di Punta Palascìa, il punto più orientale d’Italia; anch’esso completamente ristrutturato di recente e riaperto al pubblico, presso il quale vengono organizzati anche numerosi e d interessanti eventi, sia culturali che astronomici. Per info tel. 3288310000.

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